"Gattavecchia ha vissuto le guerre e le profonde crisi che hanno sconvolto il Novecento, secolo in cui l’individualismo degli artisti giunge al culmine.
Le sue opere narrano di violenza, paura, solitudine, incomunicabilità, emarginazione.
Espressionista alla Munch, la donna emerge dal buio, marcata dalla luce diafana e con lo sguardo rassegnato nel vuoto: eppure quelle rosse labbra carnose non ne celano la bellezza e la passionalità.”
Vittorio Sgarbi
"Insieme" 1987 - tecnica mista su plastica 70x50
In questo dipinto viene trattato il tema dell' omosessualità, che è stata per lungo tempo discriminata.
In quegli anni l'omosessualità era ancora vista come devianza o malattia, quindi bisognava nascondersi e viverla esclusivamente in un luogo privato.
Nel dipinto, le due amanti si trovano in un ambiente chiuso dove possono abbracciarsi liberamente.
L'Artista si è dedicato per tutta la vita, sia alla pittura che alla scultura.
Spesso raffigurava nei dipinti la profondità e il volume propri della scultura che poi avrebbe realizzato.
Colpisce la scelta di rappresentare gli occhi socchiusi, nell'esplicita volontà di non creare empatia, nè suggerire un rapporto con il fruitore esterno della tela. La mancanza di comunicazione e l'indifferenza intercorre anche tra i cinque personaggi: sono vicini, ma ognuno è chiuso in se stesso, nel proprio muto egoismo.
Presentati con estrema stilizzazione formale e tipizzati come fossero maschere, questi volti divengono simboli dell'alienazione e dell'isolamento che attanaglia la società contemporanea."
In un atteggiamento di preghiera, il soggetto principale vede la sua parte più intima uscire da se stesso.
Così può osservarla e analizzarla profondamente.
Per Gattavecchia le bottiglie rappresentavano le persone.
Le vedeva come contenitori ora bianchi, ora neri, ma sempre impenetrabili, misteriosi, sospesi nel tempo e nello spazio.
E' uno dei pochissimi ritratti dipinti dall' Artista.
Anche qui, benché tornino degli elementi fisionomici ad individuare il soggetto, prevale sempre il senso di introspezione nella pennellata complessa, nella sintesi accentuata, nell’insistere sulla monocromia.
Un sentimento forte pervade questo volto che evita lo sguardo, come se non volesse mostrare la sofferenza interiore.
Quando l'Artista ha realizzato questo dipinto, aveva 84 anni ed era già ammalato.
Egli percepisce la sua fine prossima e dipinge panorami senza colori, senza presenze, avvolto solo dal grigiore e dal freddo dell'inverno.
Per l' Artista il tema dell'abbandono si fa più straziante e intenso!
L'opera rappresenta un paesaggio della sua amata città, Cesena.
Qui l’indagine sulla natura scompare per lasciare spazio all’espressione di un’esistenza, ad una immagine profondamente spirituale nel profilo dell’abitato che si staglia su bagliori smorzati .
Pittore e Scultore